#IoRestoIndietro: la libertà di non appartenere al successo

Written by on 11 Novembre 2024

Nella società odierna, siamo costantemente spinti a riconoscerci nel successo e le performance. Etichette come “vincente” o “professionista di successo” ci intrappolano in un’identità rigida e spesso non coerente con i nostri valori. Ma cosa succederebbe se scegliessimo consapevolmente di restare indietro? Ci hanno insegnato che essere i primi – a scuola, al lavoro, nella società – è l’unica via per la felicità. Questa mentalità auto-competitiva diventa una gabbia che ci allontana dai nostri veri bisogni, facendoci inseguire i sogni di qualcun altro. È un veleno che ci fa perdere la centratura su ciò che veramente conta per noi.

La “periferia” – delle scelte, della scena, del lavoro – non è un fallimento, ma una liberazione. È qui che ritroviamo tempi meno stressanti, lontani dal caos della vita frenetica. Come in una città turbolenta dove auto e persone invadono continuamente il nostro spazio personale, così nel lavoro e nella vita sociale gli eventi e le richieste si susseguono senza sosta, creando un’intrusione costante nella nostra zona intima. Allontanarsi da questo vortice ci permette di riconnetterci con il nostro centro, di ridefinirci non più attraverso l’ambizione o il materialismo, ma come esseri umani complessi e mutevoli.

In questo nuovo spazio, facciamo il nostro lavoro al meglio senza ossessionarci per i risultati o i giudizi esterni, spesso basati su simpatie e politiche di carriera piuttosto che sul reale valore del nostro operato. Ci concentriamo invece sull’empatia, comprendendo cosa la persona di fronte a noi stia realmente chiedendo, al di là delle parole. Non si tratta solo di risolvere problemi tecnici, ma di connettersi profondamente con gli altri. Questa nuova prospettiva si estende anche allo studio e alla formazione. #IoRestoIndietro anche nella formazione, abbandonando il nozionismo sterile e scegliendo di seguire ciò che mi appassiona veramente, senza preoccuparmi della validità formale dei titoli, ma del contenuto che può migliorare concretamente la vita delle persone. L’obiettivo si sposta: non più competere per essere i migliori, ma diventare i più bravi in ciò che facciamo, con un focus sulla crescita personale piuttosto che sul confronto con gli altri.

Il vero ostacolo in questo percorso non sono i pregiudizi in sé, ma la difficoltà nel rimuoverli quando non sono più validi. Liberarci dai giudizi su noi stessi può farci scoprire potenzialità inaspettate, permettendoci di esprimere la nostra missione di vita. Magari il copione che ci siamo scritti o che qualcuno ha scritto per noi è sbagliato. In questo caso, dobbiamo essere pronti a cancellarlo e riscriverlo, aprendoci a nuove possibilità e definizioni di noi stessi. Gli antagonisti nella nostra vita possono aiutarci a decentrarci dall’ego. Paradossalmente, possiamo diventare antagonisti di noi stessi, scegliendo consapevolmente di andare più lenti. #IoRestoIndietro diventa così un esercizio di consapevolezza: allenarsi o farsi allenare a vedere ciò da cui prendiamo le distanze. Questo processo ci permette di evolvere e cambiare, ricordando sempre che i cambiamenti importanti richiedono tempo.

#IoRestoIndietro è anche un “movimento di protesta” contro quella parte di noi che cede alla seduzione di un illusorio aumento di stipendio a scapito del nostro tempo prezioso. È una ribellione contro la ricerca ossessiva di approvazione e valorizzazione da parte degli altri, o dal senso di colpa che proviamo per aver avviato una lavatrice mentre lavoriamo da casa. Alziamo la voce verso quel lato che si sente sbagliato quando non soddisfa le aspettative altrui. A questo nostro io condizionato, dichiariamo con fermezza: #IoRestoIndietro per godermi il mio tempo perchè non è riacquistabile su Amazon. Rinuncio a un nuovo telefono per gustarmi un aperitivo al mare con gli amici, una cena con il partner o una passeggiata con i miei figli. #IoRestoIndietro perché non ho più bisogno di dimostrare un’annullante devozione al lavoro o allo studio, ma ritorno a coltivare i miei sogni.

Imparare a vedere ciò da cui ci allontaniamo ci offre una nuova prospettiva su noi stessi e sul mondo che ci circonda. Non si tratta di negare le nostre ambizioni o capacità, ma di ridefinirle in termini più sintonici e meno legati alle aspettative esterne.

#IoRestoIndietro non è una rinuncia, ma un atto di coraggio.

È un invito a liberarsi dalle etichette imposte dalla società, a riscoprire la nostra vera tendenza all’eccellenza. Noi non siamo le nostre aspettative, ma siamo esseri in continua evoluzione, capaci di adattarci e crescere attraverso ogni esperienza. In questo modo, inaspettatamente, restando indietro ci ritroviamo davvero avanti, più vicini a noi stessi ed appagati. Rallentare ci permette di osservare, riflettere e agire con maggiore consapevolezza, trasformando la nostra vita quotidiana in un percorso in cui riusciamo a assaporare ogni attimo.

 


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Comments
  1. Silvano   On   17 Novembre 2024 at 18:34

    Molto bello Fabrizio.
    Il fatto di restare indietro mi porta un po’ alla lumaca, abituata di natura ad essere indietro al resto del mondo, ma lentamente arriva dove vuole.
    In questa naturalezza, puó essere racchiusa anche la strada che mi conduce alla ragione

  2. Riccardo   On   1 Dicembre 2024 at 14:13

    Un po’ come scegliere di viaggiare in bicicletta e non in auto…
    Assaporare il passaggio lento del paesaggio.
    La qualità del tempo….
    Grazie Fabrizio

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