Truman show e la consapevolezza (l’aiuto proviene da te e non dal coach)

Written by on 20 Marzo 2017

Una delle esperienze più arricchenti che può fare un coach riguarda la possibilità di entrare in sintonia con la persona con cui sta condividendo l’avventura di crescita.
Il coaching è di fatto una mutua crescita personale e non un semplice travaso di metodi e modelli che uno eroga e l’altro applica. La cooperazione porta un grande valore al coach che consiste nell’allenare o scoprire nuove tecniche che verranno messe a disposizione delle altre persone.

Ma l’elemento più dirompente che può accadere durante una sessione è lo “squarcio di tela”. E’ molto frequente che le nostre vite siano dominate da strategie che abbiamo imparato e che ci fanno muovere dentro delle linee predefinite dalle regole sociali e familiari. Quando accade che la persona con cui parliamo ha un lampo di consapevolezza, ovvero riesce a individuare in quale realtà auto costruita si stia muovendo, avviene come una sorta di miracolo. L’individuo emerge e comincia capire come plasmare il suo mondo piuttosto che rimanerne schiacciato.
Facendo un parallelo con dei film molto famosi, possiamo immaginare l’effetto della sessione di coaching come uno strappo nella tela del cielo del Truman Show che mette in contatto la persona con la realtà di cui non aveva percezione. Il compito del coach non è quello di aiutare, ma di portare alla consapevolezza. Richiamando un altro esempio cinematografico, rappresenta Morpheus in Matrix che offre le due pillole che portano al bivio:
Vuoi rischiare di vivere
O accertarti di sbiadire?


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